“DEVO PRENDERMI CURA DI ME”
È una sorta di mantra da dire più volte al giorno per ricordare che in cima alla lista delle priorità dobbiamo mettere noi stesse … per molte donne non è così …. La lista delle priorità è lunga, include tutto ma raramente contempla Se Stesse …
Spesso è il corpo a richiamarci alla necessità di curarci, e questo avviene perché la dimensione fisica è più vicina alle nostre necessità. Condizionate dalle esigenze esterne, che si impongono con maggior forza e arroganza, sottostimiamo i nostri bisogni e li consideriamo “rimandabili”.
Ma prima di farci richiamare all’ordine in modo doloroso, è sufficiente prestare ascolto a quella sensazione di stanchezza che è il modo dolce che il nostro corpo ha per dirci: prenditi cura di te!
Accudirsi vuol dire molte cose: occuparsi del proprio corpo, della propria salute, della propria mente, dei propri sentimenti.
La cura di se stessi, nelle forme che ciascuno trova ideali, non va intesa come un pronto soccorso, per scaricare un problema, ma come una terapia continuativa. Allora la frase “devo prendermi cura di me” deve diventare una sorta di mantra, da ripetere ogni volta che avvertiamo il rischio di finire in fondo alla lista!
– Un primo modo per prendersi cura di se? E’ fare attenzione alle parole che ci rivolgiamo. Quello che diciamo crea la realtà nella quale viviamo. Raccontare le nostre debolezze, fare un commento negativo verso noi stesse, ci fa sembrare ai nostri stessi occhi qualcuno di cui non vale la pena prendersi cura. L’autostima, quella giusta considerazione di Se’ che fa sì che gli altri ci rispettino, è necessaria affinché ci consideriamo come importanti ai nostri occhi. E la si può coltivare proprio iniziando dal parlare con delicatezza di SE’ e a se stessi.
– La nostra generosità è sempre grande verso gli altri, che siano figli, mariti o colleghi, rispetto a quella che abbiamo verso noi stesse. E’ utile allora l’immaginazione: pensa a te stessa come se fossi un’altra, e a questa “seconda te” chiedile direttamente che cosa puoi fare per renderla felice. Ti libera dalla gabbia mentale che ti fa dire che una cosa fatta per te “non ne vale la pena”.
– Concediti qualche piccolo lusso, la cura è sinonimo di affetto e spesso l’affetto si manifesta con un regalo, con qualcosa di prezioso. Non è necessariamente il prezzo a qualificare una cosa lussuosa, a renderla tale è il rito che l’accompagna: allora bersi una tazza di tè si trasforma in lusso se si sceglie una tazza elegante o lo si accosta ad un piccolo dolce della pasticceria più buona della città; la lettura di un libro la sera è una parentesi di paradiso con una musica di sottofondo e un olio essenziale diffuso nell’aria; un banale giovedì diventa vacanza, se, per una volta, ci si prende un’ora di permesso tutta per se’. Il lusso è, la libertà di uscire dal consueto per frequentare l’insolito.
(LA PSICHE ANTIAGE)